"Volevano rubare il mio dna". Il mistero che lega Harry al maggiore Hewitt

Nonostante le smentite c'è chi crede ancora che il principe Harry non sia figlio di Carlo III: una storia senza fine che torna alla ribalta con la causa intentata dal duca contro il Mirror

"Volevano rubare il mio dna". Il mistero che lega Harry al maggiore Hewitt

Il principe Harry ha trascorso buona parte della sua vita perseguitato da un pettegolezzo grave, diventato quasi un’etichetta che gli è rimasta attaccata addosso, nonostante le smentite e la totale mancanza di fatti attendibili: il suo vero padre non sarebbe Re Carlo III, bensì il maggiore James Hewitt, con cui Lady Diana ebbe una relazione alla fine degli anni Ottanta. Negli ultimi anni questa vicenda si sarebbe persino trasformata in un complotto ai danni del duca di Sussex, ordito da qualcuno deciso a impossessarsi del suo Dna per dimostrare una presunta, scomoda verità per la Corona britannica.

“Il figlio del maggiore Hewitt”

Tra gli anni Novanta e il Duemila i tabloid iniziarono a insinuare il dubbio che il principe Harry non fosse figlio dell’allora principe Carlo. Secondo alcuni se quel sospetto fosse stato confermato, in qualche modo avrebbe potuto spiegare il carattere ribelle e insofferente alle regole di corte del secondogenito di Lady Diana. Cominciarono a circolare fotomontaggi che accostavano il volto del duca a quello di James Hewitt, mettendo in evidenza le somiglianze nel colore dei capelli, una sfumatura di rosso piuttosto chiaro e nelle espressioni del volto, in particolar modo il sorriso.

A nulla servirono le numerose smentite dell’ex maggiore e dell’ex capo della sicurezza di Diana, Ken Wharfe. Nel 2002 Hewitt rilasciò un’intervista al Mirror nella quale dichiarò: “Posso assicurarvi che non sono [il padre di Harry]”, spiegando: “Quando incontrai Diana lui era un bimbo” e “camminava già”. Ripeté la stessa versione dei fatti nel 2017 al programma Sunday Night della Australian Channel Seven, citato dal Telegraph.

Nel 2016, al The New Zealand Herald, anche Wharfe espresse le stesse obiezioni (già argomentate nel suo libro del 2002, “Diana. Closely Guarded Secret”: “Un semplice confronto delle date prova l’impossibilità che Hewitt sia il padre di Harry. Ne parlai con [Diana] solo una volta, era in lacrime. Di solito non le importava quali bugie dicessero gli amici di Carlo su di lei, ma se qualcuno attaccava i suoi figli, ciò la colpiva profondamente…L’unica persona che conosceva senza ombra di dubbio l’identità del padre di Harry era Diana e lei mi disse: ‘Non so come io e mio marito siamo riusciti ad avere Harry, perché all’epoca [Carlo] era tornato da [Camilla], ma una cosa è certa, lo abbiamo avuto”. Wharfe sottolineò: “Harry è nato il 15 settembre 1984, il che significa che venne concepito nel periodo di Natale del 1983, quando suo fratello William aveva 18 mesi. Diana non incontrò Hewitt fino all’estate del 1986”.

Due anni dopo la nascita di Harry

La versione ufficiale della storia tra la principessa e l’ufficiale narra che i due si conobbero a una festa organizzata dalla dama di compagnia di Diana, Hazel West, proprio nel 1986, come ha ricordato Wharfe. Ovvero quasi due anni dopo la nascita del duca di Sussex. In quell’occasione Hewitt raccontò di essere un istruttore di equitazione e si offrì di dare delle lezioni a Diana, che aveva ammesso di non essere tanto brava in questo sport e di provare una certa inquietudine al pensiero di dover salire in sella.

La relazione si interruppe nel 1989, quando l’uomo venne inviato in Germania dall’esercito. Divenne pubblica nel 1994, quando Hewitt ne rivelò tutti i particolari ad Anna Pasternak, che li inserì nel libro “Princess in Love”. Diana raccontò la liaison il 20 novembre dell’anno successivo, nell’ormai storica intervista a Panorama, Bbc.

Per quanto riguarda le presunte somiglianze tra Harry e James, poi, potrebbe trattarsi di coincidenze. Diana avrebbe anche detto che la particolare tonalità dei capelli del suo secondogenito sarebbe un’eredità della famiglia Spencer. Inoltre, se solo confrontassimo il volto del duca con quello del principe Filippo da ragazzo (in particolare le immagini del giorno del royal wedding di Harry con la cover del 1957 di Paris Match che ritrae suo nonno) o di Re Carlo III con la barba negli anni Settanta, noteremmo delle affinità lampanti. Basterebbero questi pochi dettagli per demolire le ricostruzioni di chi vorrebbe far credere a tutti i costi che Harry non sia figlio di Carlo III. Eppure nessuno è mai riuscito a fermare davvero il gossip.

“Chissà se sono davvero tuo padre?”

Il principe Harry affrontò questo argomento spinoso nel suo memoir “Spare” (2023): “Papà amava raccontare aneddoti, e…finiva sempre con qualche riflessione filosofica…‘Chissà se sono davvero il principe di Galles? Chissà se sono davvero tuo padre?...Poi scoppiava a ridere, anche se io non lo trovavo affatto divertente, considerando anche i pettegolezzi che circolavano sul fatto che il mio vero padre fosse…il maggiore James Hewitt. Una delle origini di queste voci erano i capelli rossi del maggiore Hewitt, ma un’altra era di sicuro il sadismo. I lettori dei giornali scandalistici erano deliziati all’idea che il figlio minore del principe Carlo non fosse suo figlio…Non aveva importanza il fatto che mia madre avesse conosciuto il maggiore Hewitt solo molto tempo dopo la mia nascita…Corse persino voce che alcuni giornalisti fossero a caccia del mio DNA per dimostrarla…”.

Non sappiamo se i commenti attribuiti a Carlo III siano veri: abbiamo solo la parola di Harry il quale, però, per tutto il libro descrive se stesso e la moglie Meghan come vittime innocenti della Corona britannica, neanche fossero stati immolati sull’altare dell’istituzione monarchica. Tuttavia risulta molto interessante il passaggio in cui il duca parla del presunto tentativo di furto del suo DNA. In realtà questa è un’altra storia non suffragata dai fatti, però è tornata alla ribalta anche nella causa intentata da Harry contro il Mirror Group Newspapers, editore di giornali come il Mirror e il People.

Il mistero del dna

Forse è questo il centro dell’intera questione, il vero mistero: davvero qualcuno avrebbe tentato di rubare il dna del principe Harry per risalire alle sue presunte, vere origini? In altre parole per inseguire una convinzione che non ha nessuna base concreta? Il 6 giugno 2023 l’Alta Corte di Londra ha ricevuto una dichiarazione scritta in cui il duca di Sussex ha accusato i giornalisti di aver organizzato un complotto per impossessarsi del suo DNA.

Per suffragare la sua teoria, ha ricordato Newsweek, il principe ha fatto riferimento a un articolo in particolare, pubblicato sul People il 15 dicembre 2002 e firmato da Dean Rousewell. Per scrivere il pezzo, dal titolo “Plot to rob the DNA of Harry” ("Il complotto per rubare il dna di Harry"), sarebbero state usate “tecniche illegali di raccolta informazioni”. Addirittura qualcuno avrebbe cercato di impossessarsi di una ciocca di capelli del duca per effettuare il test di paternità. In quegli anni la faccenda destò un certo clamore, come possiamo immaginare, ma Buckingham Palace preferì non rilasciare alcun commento ufficiale.

“Diversi giornali avevano riportato un pettegolezzo secondo cui il mio padre biologico sarebbe James Hewitt, l’uomo con cui mia madre ebbe una relazione dopo la mia nascita. All’epoca di questo articolo e di altri simili”, ha proseguito Harry nella sua dichiarazione. Poi, riferendosi al pezzo di Rousewell, ha affermato: “Non ero consapevole del fatto che mia madre avesse incontrato il maggiore Hewitt dopo la mia nascita. Ho appreso questa cronologia degli eventi intorno al 2014…”.

Una rivelazione sconcertante, incredibile, perché significherebbe che per anni Harry potrebbe aver avuto il sospetto che Carlo III non fosse suo padre quando, invece, la spiegazione razionale era semplice, verificabile e a portata di mano. “Quando avevo 18 anni e avevo perso mia madre solo sei anni prima, storie come questa erano molto dannose e reali per me. Erano dolorose, meschine e crudeli. Mi sono sempre chiesto quali fossero i motivi dietro queste storie. I giornali erano interessati a instillare il dubbio nella mente della gente, in modo che venissi estromesso dalla royal family?”. La conclusione a cui è giunto Harry è davvero fantasiosa, ma sulla sua presunta confusione nella ricostruzione degli eventi relativi alla relazione tra Diana e Hewitt ha costruito una parte importante della sua tesi accusatoria contro i giornali.

“Venduto all’estero”

Nella sua dichiarazione scritta, poi, il duca ha anche accennato a un particolare molto strano, quasi da spy story, riportato nel pezzo di Rousewell: “Di particolare preoccupazione per me, in questo articolo, sono i commenti da parte di una ‘fonte reale di alto livello’ che fornì i dettagli sul modo in cui sarebbe stato portato avanti il presunto complotto e, cosa più importante, sul fatto che il mio dna sarebbe stato ‘venduto all’estero’”. Chi e perché avrebbe dovuto organizzare un piano simile, che va ben oltre il test di paternità?

Harry non ha una risposta: “Non sono sicuro da dove o da chi siano stati ottenuti questi commenti, perché sono un rischio elevato per la sicurezza, in effetti mettono un prezzo sul mio dna per chiunque riesca a ottenerlo”. Tuttavia è certo che dietro tutto questo non possa esserci la corte britannica e tantomeno la sua famiglia: “Non credo affatto che questi dettagli siano stati condivisi da qualcuno all’interno del Palazzo, date le misure messe in atto per la sicurezza di tutti i membri della royal family”.

Il mistero principale che coinvolge Hewitt e Harry, facilmente risolvibile, ha generato altri enigmi più complicati, come in una specie di effetto domino che ancora oggi nessuno è riuscito ad arrestare attraverso una spiegazione inconfutabile.

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