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Prima il Papa, poi 007 in Libia: Conte adesso cerca visibilità

In netto calo nei consensi e sottomesso agli ultimatum di Renzi, il premier sembra disperato. E spera nel miracolo

Prima il Papa, poi 007 in Libia: Conte adesso cerca visibilità

Il periodo d'oro di Giuseppe Conte è terminato già da un pezzo. Sembra passato poco tempo dai sondaggi che davano il premier in prima posizione nella graduatoria dei leader più amati e verso cui si faceva maggior affidamento, eppure i mesi sono trascorsi molto velocemente e la totale impreparazione del governo nella gestione della seconda ondata ha fatto crollare drasticamente le preferenze nei confronti di colui che dovrebbe essere "l'avvocato del popolo". Il presidente del Consiglio ne è perfettamente conscio: sa benissimo che una grande parte degli italiani non si fida più di lui e che ha deluso le aspettative di coloro che - seppur schierati politicamente in maniera differente - si erano stretti attorno alla sua figura in un momento di emergenza.

Gli effetti provocati dal Coronavirus hanno finito per indebolirlo. La sua scelta comunicativa si è dimostrata fallimentare: apparire costantemente in televisione ed entrare nelle case degli italiani si è rivelata una strategia del tutto sbagliata. Conte non riesce più ad acquisire quel livello di apprezzamento che aveva ottenuto in piena pandemia. Le ultime rilevazioni parlano chiaro: ormai i suoi consensi stanno scendendo a ruota libera e così si è fatto superare da Giorgia Meloni. Invece la leader di Fratelli d'Italia prosegue il suo percorso di crescita, affermandosi come principale leader politico in Italia. Giuseppi ha pertanto deciso di correre ai ripari: i suoi tentativi in cerca di visibilità sono palesi. Anche perché c'è un certo Matteo Renzi che lo sta bombardando pubblicamente da diversi giorni, accusandolo di volere "pieni poteri" e di voler affidare "agli amici degli amici" la gestione dei progetti del Recovery Fund.

Conte cerca visibilità

Cosa non si fa pur di apparire forti. Il premier, soprattutto in queste circostanze di indubbie difficoltà, vuole sembrare forte. Stamattina ad esempio si è reso protagonista del segno della disperazione, pubblicando un post di auguri a Papa Francesco - con tanto di parole al miele - come se volesse rimarcarne un solido legame. Peccato però che un vero e proprio "asse" con il Pontefice non c'è mai stato. "Auguri, Papa Francesco. Seguiamo con il massimo rispetto il tuo impegno per una Chiesa di 'prossimità', sempre costantemente attenta ai bisogni dei più poveri, dei più fragili, dei più piccoli", ha scritto sui propri profili social. Sperando magari che qualche cattolico gli possa strizzare l'occhio.

La giornata è poi proseguita con una passerella per i pescatori di Mazara del Vallo liberati in Libia dopo un sequestro di ben 108 giorni. La mossa mediatica è sotto gli occhi di tutti. "Il presidente Conte e il ministro Di Maio, dopo oltre tre mesi di immobilismo, volano in Libia per la solita indecente passerella, che non cancellerà l’incapacità dimostrata in questa vicenda", è stato l'attacco arrivato da Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. Entrambi hanno lasciato a Roma tutti i problemi legati all'emergenza Coronavirus, volando a Bengasi per poi tornare con una sorta di vittoria in mano. Un po' come quando andarono in aeroporto ad accogliere Silvia Romano, la cooperante rapita in Kenya e tenuta prigioniera in Somalia per un anno e mezzo. In realtà il fatto di aver risolto la vicenda dei pescatori dopo tre mesi - avendoli abbandonati per oltre 100 giorni - non è altro che indice di debolezza, sconfitta e fragilità.

Intanto il faccia a faccia con Matteo Renzi previsto per questa mattina è slittato in "prima serata". Italia Viva spaventa e non poco il presidente del Consiglio. Lo fa tremare. Conte è in una palude, non riesce a venirne fuori: non sa come chiudere la verifica di governo avviata per constatare se ci sono o meno i presupposti per proseguire con l'esperienza giallorossa. L'essersi sottomesso alle minacce dei renziani lo ha indebolito. Ma adesso si attende il soccorso di Rocco Casalino che proverà a fargli recuperare tutto il terreno perso in questi mesi.

Pronto il regalo di Natale

A proposito, prepariamoci al regalo di Natale che ci faranno da Palazzo Chigi. Effettivamente lo abbiamo avvertito: quanto ci mancano le conferenze stampa a cui Conte ci aveva abituati. Ma tranquilli, presto tornerà a esibirsi con una performance linguistica nel suo show televisivo a reti unificate. Tra circa una settimana arriverà il Natale e il governo non ha ancora deciso come modulare le misure sull'intero territorio nazionale. Probabilmente, per accontentare sia l'ala rigorista sia l'ala più aperturista, si procederà con uno "spezzatino" di colori, con la zona rossa che potrebbe costringere a rinchiuderci in casa dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio.

Tutto però è ancora da ultimare: le divisioni tra i ministri restano, senza dimenticare che qualche giorno fa è andato in scena un "gabinetto di guerra" in occasione della riunione d'urgenza convocata domenica scorsa. Come dicevamo, il premier è pronto a rivolgersi nuovamente ai cittadini. Con la sua mania per i Dpcm si sta già azionando per stravolgere (nuovamente) le nostre feste: visti i tempi stretti, l'esecutivo sarebbe orientato all'adozione di un altro decreto contenente le dure misure che limiteranno le libertà personali. E cosa comporta un Dpcm? Una conferenza stampa.

Aspettiamoci dunque un intervento di Conte nelle nostre televisioni. Comunicherà agli italiani le norme per fermare la diffusione del Coronavirus e per tentare di arginare la terza ondata. Qualcuno però gli ricordi che aveva fatto una promessa precisa: se i nostri sacrifici di novembre avessero comportato l'abbassamento della curva dei contagi, avremmo trascorso un Natale "più sereno". I cittadini hanno rispettato le restrizioni e il quadro epidemiologico è migliorato. Ma il 25 dicembre sarà passato comunque all'insegna della solitudine. Della non condivisione. "Natale non è solo festa e regali, ma anche un momento di raccoglimento spirituale, e farlo con tantissime persone non viene troppo bene", aveva dichiarato il presidente del Consiglio provando a vestire i panni da sacerdote.

Non ci resta che sperare che possa essere un momento molto personale, che possa portare qualcuno a riflettere su quanto fatto e sulle ennesime illusioni riservate al proprio popolo.

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