E Pechino manda aerei e missili in Serbia. Adesso il filorusso Vucic preoccupa Bruxelles

La flotta di sei Y-20 è atterrata a Belgrado. La Cina: "Normale cooperazione"

E Pechino manda aerei e missili in Serbia. Adesso il filorusso Vucic preoccupa Bruxelles

La Cina ha confermato l'invio dei suoi sofisticati sistemi di difesa aerea HQ-22 SAM (surface-to-air missile) alla Serbia, secondo le anticipazioni dei media internazionali emerse nel fine settimana, nell'ambito di «progetti di cooperazione» bilaterale che «non hanno nulla a che vedere con la situazione attuale» in Ucraina. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, assicurando che la flotta di sei Y-20 usata «ha consegnato regolari forniture militari» e aggiungendo, nel corso del briefing quotidiano, che «i progetti di cooperazione annuale Cina-Serbia non sono rivolti a terzi».

L'Esercito popolare di liberazione «ha di recente effettuato la consegna già programmata in precedenza». I sei Y-20 da trasporto, che sorvolano lo spazio aereo di due Paesi Nato (Turchia e Bulgaria), sono atterrati sabato all'aeroporto civile Nikola Tesla di Belgrado per consegnare i missili ordinati dalla Serbia, che ha strettissimi legami con la Russia, nel 2019 il cui acquisto era stato scoraggiato dagli Usa nel 2020, avvertendo che l'ingresso nell'Ue o in altre alleanze occidentali avrebbe comportato l'impiego di sistemi difensivi con standard più uniformi e occidentali. I missili made in China, forniti nel mezzo della instabilità dei Balcani, sono paragonati in prevalenza agli americani Patriot o ai russi S-300, pur disponendo di una gittata inferiore: 170 km per un'altitudine di 27 km. La Serbia è il primo Paese europeo a dotarsi di tali armamenti cinesi. Il governo del presidente Aleksandar Vucic, appena riconfermato per un nuovo mandato, ha votato a favore delle risoluzioni Onu di condanna per l'aggressione russa all'Ucraina, ma ha deciso di non sostenere le sanzioni internazionali contro Mosca.

La Serbia «bifronte» di Aleksandar Vucic, grande amico ed estimatore di Vladimir Putin, Xi Jinping e Viktor Orban, è sempre più un'anomalia in Europa, e insieme fonte di preoccupazione per l'Ue, con cui Belgrado è impegnata da anni nel negoziato di adesione, un obiettivo definito una delle priorità della sua politica estera. Ma l'arrivo di missili cinesi, in un'operazione definita «segreta» dai media e in una regione attraversata da tensioni e instabilità croniche come i Balcani, non può non suscitare attenzione e insieme preoccupazione nelle cancellerie occidentali. Pur avviata verso l'integrazione nell'Unione europea, la Serbia, principale alleato di Mosca nell'area, è l'unico Paese europeo a rifornirsi massicciamente di armamenti da Russia e Cina, con i due giganti interessati a incrementare i propri investimenti nell'economia serba e degli altri Paesi della regione.

Nell'ambito del progetto Via della Seta e dei suoi piani di penetrazione nel tessuto economico dell'Europa, la Cina di Xi Jinping sta attuando in Serbia forti investimenti soprattutto nei settori industriale, minerario e metallurgico, e in quello delle infrastrutture, in particolare nel progetto di una linea ferroviaria veloce fra Belgrado e Budapest.

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