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Insulti, bombe, minacce di morte. È partita la caccia a Salvini

Il "clima d'odio" in Italia? Contro il ministro dell'Interno. Da mesi è vittima di minacce. Boom di assalti a sedi della Lega

Insulti, bombe, minacce di morte. È partita la caccia a Salvini

Ci sono le scritte, gli auguri di morte, gli insulti su Facebook, i pupazzi col suo volto dati a fuoco, impiccati o gettati in acqua. E ancora minacce, bombe, assalti ai gazebo. Il "clima d'odio" - che certa sinistra vede solo verso gli stranieri - esiste eccome. Ma nei confronti della Lega e di Salvini. Basterebbe mettersi seduti un attimo e scorrere le cronache per capirlo. Ma siamo certi l'Onu non manderà ispettori per verificarlo.

Proviamoci noi. Solo ieri a Modena è apparsa l'ennesima scritta contro il ministro dell'Interno: "Salvini muori male", ha vergato qualche anarchico segnando la minaccia con il classico simbolo degli insurrezionalisti. Solo poche ore prima, a Parma, su un muro qualcuno invitava a sparare al leghista e a "mirare bene". Un ritornello già sentito.

Di insulti e intimidazioni rivolte al leader della Lega se ne contano a decine. Solo due anni fa pubblicarono un fotomontaggio che lo ritraeva come Aldo Moro rapito dalle Brigate Rosse. Sempre a Parma, ma nel luglio scorso, lo stesso copione: "Non sparate a Salve, sparate a Salvini". Poi di casi simili se ne sono registrati a Cagliari, a Milano, un po' in tutta Italia. Qualcuno è arrivato anche a inviargli una lettera intimidatoria, in cui lo informava che ci sono "3 albanesi puntati" su di lui e che presto verrà "giustiziato".

Domanda ai buonisti: contro chi si abbatte, quindi, l'odio in Italia? Vi siete mai messi lì a sistemare in fila i fatti? O vi siete fermati alle ideologie? Il calderone di disprezzo e risentimento contro il Carroccio è colmo fino all'orlo. Forse è addirittura traboccato.

Provate a contare le bombe carta piazzate di fronte alle sedi della Lega o le vetrine imbrattate da buontemponi sinistri. Non ricordate? Nell'ottobre scorso gli anarchici lasciarono due esplosivi in tre giorni a Trento. A gennaio di quest'anno, invece, hanno lanciato un ordigno incendiario contro la saracinesca leghista in Darsena a Milano. E solo pochi giorni prima un petardo esplose di fronte alla sede del Carroccio nel Salernitano. Vi basta?

La lista è lunghissima, meglio fermarsi qui. Però mettiamo in conto anche i tanti assalti ai gazebo leghisti, da Trento a Torino passando per Monza (solo per citarne alcuni). Giusto per non dimenticare nulla.

Il fatto (o il dramma) è che in Italia siamo fatti così. C'è chi (giustamente per carità, quelle frasi sono un orrore) si indigna per gli insulti rivolti a Emma Marrone sui social e via dicendo, ma dimentica di fare lo stesso quando l'Espresso ritwitta gli insulti diretti al ministro dell'Interno. Oppure resta in silenzio quando vip e scrittori mettono in fila carrellate di insulti contro l'avversario politico. "Merda", "Malavita", "Fascista", "scoreggia": ne hanno dette di tutti i colori. Si sono pure inventati una nuova moda online: fare videoselfie con Salvini per poi ricoprirlo di offese.

Eppure nessuno protesta.

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