L'allarmante titolo di Repubblica dice testualmente che in Italia “l’intolleranza” (verso gli stranieri, ovviamente) è ormai “legittimata”. A dimostrarlo ci sarebbero dieci aggressioni in tre mesi a sfondo razziale. Dieci. Significa più o meno tre casi al mese, e spiccioli di resto. Una “lunga estate di razzismo e intolleranza”, scrive Rep. Che però deve essersi persa qua e là un’altra (dura) verità, numericamente molto più consistente e preoccupante della presunta ondata xenofoba. Quella degli eventi delittuosi, delle risse, degli assalti, delle resistenze a pubblico ufficiale e delle violenze sessuali commesse dagli stranieri.
I reati degli immigrati giustificano gli assalti razzisti? No. Anzi. Vanno condannati con durezza, raccontati, spiegati dettagliatamente. Ma farne un manifesto per paventare il ritorno di un’onda nera in Italia è sciocco. E spesso porta pure a distorsioni evidenti: ricordate il lancio xenofobo di uova? Dopo settimane di prediche sull’odio per il colore della pelle si scoprì che fu solo un fraintendimento. E che tra i giovani burloni c’era pure il figlio di un esponente Pd. Che smacco.
Ecco perché parlare della "scia di odio” che “ha puntato contro migranti e rom” appare un'evidente esagerazione. Repubblica fa riferimento a “soprusi” addirittura “quasi quotidiani” (ma non erano 10 in tre mesi?), il tutto mentre l'Italia “per ordine” di Salvini fermava le navi cariche di profughi (ma che c’entra?). Forse è un modo per far credere a tutti, e maliziosamente, che “la deriva leghista e sovranista del governo giallo-verde sta facendo diventare gli italiani xenofobi”.
In realtà, Rep nel pezzo ammette che “forse” non sono ancora i “numeri di un’emergenza”, ma nel titolo li presenta come se lo fossero. Eppure anche il sociologo Marzio Barbagli dice al giornalista che “non c’è un aumento dell’intolleranza” perché “non ci sono statistiche sufficienti per fare dei confronti”. Anzi: “l’insofferenza e l’ostilità” verso lo straniero - dice l'esperto - sono colpa della sinistra che non ha visto i problemi “che l’immigrazione portava” su welfare e sicurezza. Mica di Salvini.
Per cui “l’escalation” di cui parla il quotidiano è frutto più di costruzioni giornalistiche che realtà quotidiane. A differenza, invece, dei tanti (troppi) casi di criminalità provocati da un’immigrazione incontrollata. Visto che c’è chi cita i “dieci casi in tre mesi”, allora è bene restare alla cronaca. E portare, solo per titoli, i motivi della preoccupazione (non “intolleranza”) di tanti italiani.
Partendo da oggi, la polizia ha arrestato un 30enne di origine tunisine indiziato per aver stuprato una ragazza palermitana. Se le riforme contenute nel nascituro dl Salvini dovessero essere approvate, domani il giovane perderebbe la cittadinanza italiana che gli era stata concessa. Vedremo. E intanto andiamo oltre. A inizio settembre un’infermiera si è dovuta sentir dire “abbassa lo sguardo, sei una donna” da un musulmano entrato in un ospedale di Saronno. Pochi giorni prima a Mestre tre carabinieri sono stati feriti da un nigeriano restio a farsi arrestare: gli uffici della caserma, macchiati di sangue, sembravano un campo di battaglia. Il 9 settembre a Napoli un ghanese ha lanciato un manubrio di 10 kg addosso agli agenti che volevano solo sottoporlo a un controllo. Era irregolare sul territorio italiano. Due giorni prima, sempre durante la richiesta di documenti, a Macerata un nigeriano ha insultato e aggredito i poliziotti. Senza dimenticare i casi più famosi a Milano e Catania, finiti senza feriti solo grazie all’utilizzo del taser.
Potremmo andare avanti all’infinito, altro che dieci casi in tre mesi. Dagli archivi di storie ne emergono a bizzeffe: c’è il pregiudicato marocchino espulso perché pestava la moglie incinta; c’è il ladro marocchino fermato per aver aggredito gli agenti; ci sono i tre immigrati che spacciavano cocaina ai minori; i 17 pusher stranieri che portavano avanti le loro attività illecite in spiaggia. Andiamo avanti? Non dimenticate il tunisino che manda in coma un malato di sclerosi multipla per derubarlo, le risse in Stazione centrale a Milano o quelle a Bisceglie, la guerra tra bande di nigeriani a Ferrara e la denuncia di una 74enne che sostiene di essere stata stuprata da un immigrato in casa.
E ancora: il nigeriano che pesta due carabinieri (e subito viene liberato), il poliziotto massacrato in casa sua e trasformato da due migranti in una maschera di sangue, il marocchino armato di lametta che minaccia e rapina due 15enni e la rissa a Firenze a suon di cartelli stradali.Sono tutti casi che riguardano i primi 10 giorni di settembre. E basta. Vi sono sufficienti per parlare di “escalation”?
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