Una nota di protesta del nostro ambasciatore a Berlino e nulla di più. Sta passando sotto silenzio l’aggressione all’Italia messa in atto da Der Spiegel: copertina sul caso Concordia e un titolo che non lascia spazio a equivoci: italiani codardi. Secondo loro siamo tutte persone da evitare. Loro sì che sono bravi, "con noi certe cose non accadono perché a differenza degli italiani siamo una razza". Protestiamo scrivendo un messaggio sulla pagina Facebook della rivista. O inviando un'email alla loro redazione. Alessandro Sallusti risponde alle polemiche su Twitter
Il Fondo monetario internazionale avverte: "Serve anche l'aiuto dell'Europa". Poi fa marcia indietro. E uno si chiede: ma ci sono o ci fanno questi alti papaveri della finanza internazionale?
L’impressione è che il ceto medio liberale ancora una volta sia stato fregato e che in più gli si chieda di brindare perché le liberalizzazioni sono cosa sua
L'ordine di De Falco a Schettino è già cult. E qualcuno tira in mezzo Berlusconi. Ma se c’è una cosa che stride in questa vicenda è la totale assenza di Monti e del ministro Passera
Salta il vertice che doveva rilanciarci in Europa. Il piano di Napolitano per salvare l'Italia fa acqua da tutte le parti
Da oggi Monti non è più solo il premier di Napolitano con il quale in questi mesi ha trattato di nascosto ogni passo del suo governo. Da oggi Monti è un dipendente della maggioranza che gli garantisce ossigeno. Lui propone, ma si fa solo quello che gli azionisti approvano
Si sono inventati pure il "rischio sismico" per "regalare" un super appartamento al ministro Patroni Griffi

Due mesi di governo Monti dimostrano tre cose: non è vero che i governi tecnici offrono garanzie etiche e di trasparenza superiori a quelli politici; non è vero che l’attacco speculativo all’Italia era colpa della debolezza del governo Berlusconi; è vero che i governi tecnici si possono permettere di fare i forti coi deboli e i deboli con i forti

C’era la Lega di governo, c’è la Lega di lotta, ora sappiamo che c'è anche la Lega degli affari
Il sottosegretario del premier, chiamato a giustificarsi, è incappato in una serie di contraddizioni. E i ministri dell'"urgenza" non hanno fretta di pubblicare i loro redditi
