Nell'era del politicamente corretto imperante, qualcuno potrebbe anche chiamarlo watch shaming. L'insulto e la discriminazione in base all'orologio.

Nell'era del politicamente corretto imperante, qualcuno potrebbe anche chiamarlo watch shaming. L'insulto e la discriminazione in base all'orologio.
Si chiamerebbe intelligenza con il nemico, se di intelligenza ce ne fosse traccia. Già in tempo di pace l'animo duplice del Movimento Cinque Stelle era un problema per la politica italiana.
I social network e le follie del politicamente corretto non smettono di produrre paradossi al limite del ridicolo. Neppure nei momenti più drammatici e delicati delle storia
La stagione delle purghe non finisce mai. E, all'interno dei Cinque Stelle, in questo momento sembra essere tornata di gran moda.
C'è un sottile rischio che si profila all'orizzonte del governo, un eccesso che potrebbe appannare l'immagine di Mario Draghi: l'eccesso di compromesso.
A nove anni dal discorso del whatever it takes un'altra prova di forza. Ieri, al termine della conferenza di Mario Draghi successiva al Consiglio dei ministri, abbiamo capito una cosa: il premier ascolta tutti i partiti ma alla fine tira dritto.
Sempre controcorrente, sempre fuori dal coro. Un marchio di fabbrica che ci contraddistingue dal 1974, un testimone che attraverso più generazioni è arrivato fino a oggi
Questa volta sono stati veramente trasparenti nel trasmettere davanti a tutto il Paese la sceneggiata finale. Il quadretto di famiglia è andato in frantumi e ora, come nella Russia comunista, cercano di sbianchettarsi i volti a vicenda
Un governo liberale e dal grande profilo riformista dovrebbe smantellare il reddito di cittadinanza, non foraggiarlo