
L'influenza intestinale è un'infiammazione dell'intestino causata da vari virus che, attaccando l'apparato gastrointestinale, provocano sintomi come diarrea, mal di pancia e vomito.
Sebbene la circolazione di questi patogeni sia presente tutto l'anno, si registra un picco con la riapertura delle scuole quando, parallelamente si assiste altresì ad un aumento dei casi di Covid.
Gli ambienti scolastici, infatti, agevolano la diffusione dei virus per vari motivi: innanzitutto la vicinanza fisica tra i bambini, la condivisione di giochi e bagni e, non ultima, la non sempre adeguata igiene delle mani.
L'influenza intestinale, anche se fastidiosa, si risolve spontaneamente in pochi giorni. Tuttavia può rivelarsi pericolosa per i soggetti fragili: anziani, bambini piccoli e pazienti con un sistema immunitario indebolito o compromesso.
Le cause dell'influenza intestinale
Come già detto, l'influenza intestinale è provocata da alcuni virus che, danneggiando le cellule dell'intestino, causano una perdita di liquidi dalle stesse che dà luogo alla sintomatologia. Quattro sono i patogeni maggiormente incriminati:
- Rotavirus: colpiscono soprattutto i bambini di età inferiore ai cinque anni. Si manifestano con diarrea acquosa, vomito, dolore addominale e febbre
- Adenovirus: anch'essi prediligono i piccoli con meno di due anni. Sintomi tipici sono vomito e diarrea
- Norovirus: sono i principali responsabili della gastroenterite virale che si verifica negli adulti nel periodo compreso fra ottobre e aprile
- Astrovirus: questi patogeni maggiormente attivi in inverno infettano in particolar modo i neonati, i bambini piccoli e gli anziani.
Il contagio e il tempo di incubazione dell'influenza intestinale
La più comune forma di contagio è quella oro-fecale. Ciò avviene quando si verifica un contatto tra la bocca o altre mucose e minuscole particelle fecali o di vomito.
La trasmissione si verifica con il toccare superfici o oggetti contaminati e poi portare le dita alla bocca, con il consumare cibi o bevande incriminate, con l'entrare in contatto diretto con il vomito o le feci di un soggetto infetto.
I tempi di incubazione variano a seconda del tipo di virus. Generalmente dura circa 12-48 ore.
I sintomi e le conseguenze dell'influenza intestinale
I sintomi dell'influenza intestinale sono facilmente riconoscibili. Essa provoca:
- Diarrea acquosa
- Dolori addominali
- Dolori muscolari
- Nausea e/o vomito
- Mal di testa
- Febbre lieve.
La loro durata cambia in base al ceppo virale responsabile. Si va da 1 a 3 giorni fino a 10 giorni e più. La principale conseguenza del disturbo è la disidratazione che, in soggetti fragili come neonati, anziani e pazienti immunodepressi, può causare conseguenze anche gravi.
Negli adulti la disidratazione si manifesta con: sete eccessiva, pelle secca, urine scure, debolezza, vertigini. Nei piccoli, invece, si riscontrano anche febbre alta, assenza di lacrime durante il pianto, letargia e irritabilità.
I consigli degli esperti
L'influenza intestinale, sebbene non sia un disturbo grave, è molto fastidiosa sia per la sintomatologia, sia per la sensazione di stanchezza che porta con sé a guarigione avvenuta. Gli esperti suggeriscono di stare a riposo e di rivolgersi prontamente al medico curante o al pronto soccorso in caso di presenza di sangue nelle feci, disidratazione severa, febbre elevata, vomito persistente.
La terapia farmacologica
Mai prendere gli antibiotici durante un'influenza intestinale virale. Gli unici farmaci concessi servono a ridurre i sintomi e a prevenire le complicazioni. Tra questi ricordiamo gli antidiarroici, gli antiemetici e il paracetamolo.
Possono rivelarsi utili anche i medicinali a base di diosmectite. Essi non riducono il numero delle scariche di diarrea, ma favoriscono la formazione di feci più compatte. I fermenti lattici, infine, sono indispensabili per riequilibrare la flora batterica intestinale.
La dieta
Durante la fase acuta è possibile sospendere il consumo di alimenti e di liquidi per qualche ora. In fase di ripresa è opportuno:
- Reintrodurre il cibo solido in maniera graduale partendo da alimenti facili da digerire come riso, carne bianca, patate, banane
- Bere abbondantemente ma lentamente e, se possibile, scegliere specifiche soluzioni reidratanti. I liquidi non devono essere troppo freddi
- Evitare fino al completo recupero latte e latticini, dolci, fritti, cibi grassi, caffeina e alcolici.
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