
Il vento gelido dell’Alaska soffiava sulla pista della Joint Base Elmendorf-Richardson quando Donald Trump è apparso per primo, scendendo lentamente la scaletta dell’Air Force One. Il passo leggermente appesantito, quasi a misurare ogni metro a separarlo dal luogo dell’incontro, ma lo sguardo fisso e il pugno deciso sembrano riportare indietro alle immagini della campagna elettorale terminata un anno fa.
Pochi istanti dopo, dal suo aereo presidenziale, è disceso Vladimir Putin. La sua camminata, rapida e decisa, in contrasto con quella più ponderata dell’omologo statunitense. Sei anni di differenza tra i due: una manciata di anni per la gente comune, un abisso per due leader mondiali. Sul tappeto rosso, il passo sicuro dello “zar” si è fatto ancora più marcato, mentre sopra le loro teste ruggivano i motori degli aerei militari americani in volo di sorveglianza. Il sorvolo ha avuto come protagonisti alcuni jet da combattimento e quello che sembrava essere un bombardiere stealth B-2, ha sorvolato l'area. Putin, giunto a metà percorso, ha alzato brevemente lo sguardo al cielo, soffermandosi a osservare i velivoli che pattugliavano la zona.
Un dettaglio cattura l’occhio: entrambi indossano cravatte rosse, il colore della sfida e della determinazione. Non identiche, però: quella di Trump, di una tonalità intensa e lucida, quasi riflettente; quella di Putin, più scura e opaca, quasi a guisa di un segnale di sobria fermezza. Due sfumature, due stili, due messaggi.
Quando finalmente si sono incontrati sulla linea di saluto, Trump ha applaudito, accompagnando il gesto con un pollice alzato, mentre Putin ha risposto con un sorriso largo ma controllato. Le mani si sono strette con forza, davanti ai flash dei fotografi, senza che nessuno dei due pronunciasse parola. Pochi secondi di stretta di mano e poi, quasi all’unisono, i due leader si sono voltati verso l'auto che li porterà al summit, ma prima il presidente americano ne ha approfittato per un salace buffetto sulla mano dell'omologo russo. Putin ha poi raggiunto il presidente Trump nella sua limousine presidenziale mentre lasciavano la pista per dirigersi al loro incontro.
La mossa è insolita, soprattutto per un avversario. Quando Trump volle che il dittatore nordcoreano Kim Jong Un lo raggiungesse in auto durante il loro incontro a Singapore nel 2018, i suoi collaboratori lo dissuasero. Ma questa è un'epoca diversa per Trump, con consiglieri e obiettivi diversi. E sebbene il loro incontro faccia a faccia sia stato ampliato per includere anche i consiglieri, è un segnale che Trump e Putin avranno ancora un momento per sé, anche se solo per un breve tragitto in auto.
Sullo sfondo, uno spettacolo insolito e di grande impatto: due aerei presidenziali parcheggiati fianco a fianco, entrambi sul suolo americano. Il leader del Cremlino è arrivato a bordo di un Ilyushin Il-96 appositamente configurato, il velivolo di punta della flotta presidenziale russa.
Ad attenderlo, già atterrato da tempo, l'Air Force One. Si tratta di due jet a fusoliera larga e quattro motori, ma con una differenza curiosa: il modello russo, pur meno celebre, è di concezione più recente rispetto al rivale americano.