“Solo due donatori”. La fondazione di Harry e Meghan cola a picco

La Archewell, ente benefico di Harry e Meghan, ha segnato un vertiginoso calo di donazioni nell’ultimo anno: è la fine del marchio Sussex?

“Solo due donatori”. La fondazione di Harry e Meghan cola a picco
00:00 00:00

Il brand di Harry e Meghan starebbe sprofondando nel nulla. Non bastavano l’effetto boomerang del libro “Endgame”, le polemiche sul razzismo, la popolarità quasi letteralmente inabissata. Ora anche la Archewell, ente fondato dai duchi nell’ottobre 2020, mostrerebbe i primi segni di cedimento. I tabloid si chiedono se l’avventura americana della coppia sia al capolinea, oppure se ci sarà un colpo di scena in grado di ribaltare un destino che sembra segnato.

Calo di donazioni

La Archewell sarebbe nei guai. Le dichiarazioni fiscali relative al 2022, riportate dal Telegraph, dimostrano un calo nelle donazioni di circa 11 milioni di dollari (8,7 milioni di sterline, 10 milioni di euro) rispetto all’anno precedente. Una sensibile diminuzione che non può essere trascurata. Per l’esattezza nell’ultimo anno la fondazione ha raccolto 2 milioni di dollari (1,6 milioni di sterline) in sovvenzioni, di cui 1 milione (796mila sterline) arriva da due benefattori anonimi.

Ci sono, però, anche le spese, che ammontano a 2,67 milioni di dollari. Ciò significa che la Archewell ha perso 674.485 dollari (536.360 sterline). Il paragone con le donazioni del 2021 è impietoso: i Sussex avevano raccolto circa 13 milioni di dollari (10,3 milioni di sterline) e ne avevano impiegati 3 per finanziare cause benefiche. Un portavoce della fondazione, citato sempre dal Telegraph, sostiene che sia “non inusuale” per degli enti benefici ricevere ingenti donazioni durante il primo anno di attività, ma esisterebbe una “responsabilità fiscale a non continuare a raccogliere alte somme di denaro con milioni ancora in riserva”.

Comunque i resoconti evidenziano un peggioramento dei dati finanziari. Tutto questo è accaduto proprio in concomitanza con la pubblicazione del memoir di Harry, “Spare”, lo scorso gennaio e del libro di Omid Scobie, “Endgame”, lo scorso novembre, con tutti le polemiche che questi due opere si sono portate dietro. Non sarebbe affatto strano chiedersi se i fiumi d’inchiostro versati nell’ultimo anno in libri e la marea di parole riservate in interviste e documentari abbiano avuto un’influenza in questo netto calo di donazioni.

La fine di un brand?

Il Daily Mail si porta avanti, diciamo così, chiedendosi se questo sia “l’inizio della fine per il brand Sussex”. Forse è ancora molto presto per dirlo, però uno dei più grandi esperti britannici di pubbliche relazioni, Mark Borkowski, ha chiarito al tabloid: “…Penso che il 2024 sarà qualcosa di epocale, o perché [Harry e Meghan] faranno qualcosa per recuperare e trovare una nuova tattica positiva o [perché] sarà la rovina del brand. Può essere solo una delle due alternative. [La situazione] non può restare così com’è. Perché chiaramente non sta funzionando”.

Hollywood Reporter è stato anche più netto nei giudizi, definendo i duchi “i più grandi perdenti” del 2023, a causa “della lagnosa autobiografia” di Harry e dell’altrettanto “lagnoso documentario” Netflix.

Uno degli errori della coppia sarebbe stato proprio quello di parlare troppo. Le persone sarebbero stanche di recriminazioni e ammirerebbero maggiormente il silenzio dignitoso della royal family, che continua il lavoro quotidiano come se nulla fosse.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica