Pillole reali

Un libro fa tremare Buckingham Palace: chi sono i "razzisti"

L’edizione olandese del libro “Endgame”, ormai ritirata dal mercato, avrebbe svelato i nomi dei presunti autori dei commenti razzisti rivolti ad Archie, ma Omid Scobie nega di averli scritti

Un libro fa tremare Buckingham Palace: chi sono i "razzisti"
Tabella dei contenuti

Il libro di Omid Scobie, “Endgame”, è uscito da pochissimi giorni e già c’è un mistero su una rivelazione che sarebbe comparsa solo nell’edizione olandese, ma che l’autore nega di aver mai scritto: i nomi dei due membri della royal family che avrebbero fatto dei commenti discriminatori sul colore della pelle del piccolo Archie. Il giornalista ritiene che si sia trattato di un “grave errore di traduzione”, ma non tutti sono convinti di questa versione dei fatti.

Il colore della pelle di Archie

“Ero incinta da qualche mese di Archie e cominciai a sentire strane conversazioni. A Palazzo c’era chi ipotizzava che mio figlio non avrebbe dovuto ricevere alcun titolo regale. Si chiedevano quanto potesse essere scura la pelle del neonato…e rapidamente questi discorsi alimentarono una campagna diffamatoria”, così disse Meghan Markle durante l’intervista a Oprah nel marzo 2021, specificando che simili discorsi sarebbero iniziati già quando era fidanzata con Harry. La duchessa, però, si rifiutò di rivelare i nomi dei presunti autori di questi commenti discriminatori: “Componenti della famiglia reale, non voglio dire altro. Questa rivelazione li danneggerebbe gravemente”. La regina Elisabetta, attraverso un comunicato ufficiale, cercò di fare ordine nella confusione seguita all’intervista, ma anche di difendere la royal family, poiché di tutta la questione, che non è mai stata né chiara né lineare, noi abbiamo solo la versione di Harry e Meghan: “L’intera famiglia è addolorata…le questioni sollevate, in particolare quelle riguardanti la razza, sono preoccupanti. Sebbene alcune ricostruzioni possano variare, vengono prese molto sul serio e la famiglia le affronterà in privato…”. Da quel momento sui giornali fu un susseguirsi di ipotesi e indiscrezioni.

Carlo o Anna?

Nel marzo 2021 Lady Colin Campbell ipotizzò che a pronunciare le frasi razziste sarebbe stata la principessa Anna la quale, però, non avrebbe avuto alcuna intenzione di offendere: “…È stata fraintesa, il colore della pelle non c’entra nulla. La sua preoccupazione riguardava l’incapacità di Meghan di adattarsi al ruolo”. La duchessa non sarebbe stata in grado di accettare e apprezzare” un discorso di Anna sulle differenze culturali tra Usa e Regno Unito. Ne sarebbe nato uno “scontro culturale”. Di diverso avviso è l’esperto Christopher Andersen, che nel suo libro “Brothers and Wives. Inside The Private Lives of William, Kate, Harry and Meghan”, uscito nel novembre di quell’anno, ha riportato una conversazione, che sarebbe avvenuta nel 2017 tra Carlo e Camilla. L’allora principe avrebbe detto alla moglie: “Mi domando che aspetto avranno i loro figli…Voglio dire, che carnagione potranno avere?”. Una curiosità probabilmente innocua (quante volte ci chiediamo, a proposito di un nascituro, a chi somiglierà, o quale sarà il colore dei suoi occhi?) che sarebbe arrivata alle orecchie dei duchi di Sussex.

Le lettere con i nomi dei razzisti

In “Endgame” viene riportata la notizia, pubblicate dal Telegraph nell’aprile 2023, dello scambio epistolare che sarebbe avvenuto tra Re Carlo III e Meghan Markle nel 2021. Nelle lettere la duchessa avrebbe rivelato i presunti nomi degli autori dei commenti razzisti contro Archie, spiegando che queste offese sarebbero nate da “pregiudizi inconsci”. Il sovrano, però, non avrebbe ravvisato alcun tipo di discriminazione nel racconto di Meghan. Ciò avrebbe alimentato le tensioni già esistenti tra Windsor e Sussex, spingendo la duchessa a non partecipare all’incoronazione del 6 maggio scorso. In quell’occasione fu proprio Omid Scobie a sottolineare, in un tweet, che la ragione dell’assenza della Markle non avrebbe avuto nulla a che fare con la corrispondenza tra lei e Carlo: “La duchessa di Sussex affronta la vita nel presente, non certo pensando a una corrispondenza di due anni fa, relativa a conversazioni [avvenute] quattro anni fa…Invitiamo i media…a fermare l’estenuante circo che stanno creando da soli”.

La versione olandese

Nel libro “Endgame” Omid Scobie ha affrontato la questione del presunto razzismo a corte, ma in merito alla vicenda del colore della pelle di Archie ha spiegato di non poter rivelare i nomi degli autori dei commenti perché “le leggi del Regno Unito mi impediscono di riferire chi fossero”. Eppure quei nomi sarebbero comparsi nell’edizione olandese di “Endgame”. Si tratterebbe di Re Carlo III e di Kate Middleton. La casa editrice olandese Xander ha immediatamente ritirato dalle librerie il volume, spedendolo al macero e giustificando la clamorosa svista come un “grave errore di traduzione”. Al momento della pubblicazione del libro un portavoce della Xander, citato dal Daily Mail, ha rilasciato una dichiarazione interessante: “Non posso parlare dei dettagli. Comunque abbiamo ricevuto una richiesta dell’ultimo minuto per sospendere [le vendite di Endgame] e questo è ciò che abbiamo fatto…Stiamo aspettando ulteriori istruzioni. Non so quanto tempo ci vorrà. Dovreste parlare con l’agente statunitense”. “Endgame”, come sappiamo, sarebbe poi uscito con questa correzione sui nomi. Tuttavia, ha detto ancora il Daily Mail, “una pagina presa da una copia del libro inviata per la recensione ai giornalisti danesi conterrebbe l’identità della persona”.

“Non ho scritto i nomi”

Omid Scobie ha assicurato di non aver mai menzionato i famosi nomi. “In preda al panico”, come ha puntualizzato ancora il Daily Mail, il giornalista ha chiarito: “Il libro è stato [pubblicato] in diverse lingue e purtroppo io non parlo danese. Ma se ci sono errori di traduzione, sono certo che gli editori avranno [tutto] sotto controllo. Ho scritto e revisionato la bozza inglese. Non vi è alcuna versione, che io abbia prodotto, che contenga i nomi”. Comunque sembra abbastanza chiaro che Scobie conoscerebbe queste identità (prova ne sarebbe la dichiarazione secondo cui solo le leggi britanniche lo avrebbero dissuaso dall’idea di renderli pubblici), ma ciò non implica che vi sia stata una partecipazione dei duchi alla stesura dell’opera, come sostengono alcuni. Lo scrittore, infatti, potrebbe non essere l’unico a sapere come sarebbero andate le cose. All’Evening Standard ha chiarito: “Ci sono abbastanza persone intorno [ai Sussex] e nella loro orbita che conoscono i retroscena”. A questo punto i casi dovrebbero essere due: Scobie avrebbe avuto i nomi direttamente dalla duchessa (quindi avrebbe mentito sulla collaborazione dei Sussex al libro), oppure li avrebbe avuti da un insider.

Cosa è successo davvero?

Nonostante le rassicurazioni dell’autore di “Endgame” la questione è tutt’altro che chiara. Come hanno fatto questi nomi a “spuntare” nell’edizione olandese? Ci sono diverse possibilità: la prima è la trovata pubblicitaria, un espediente vecchio quasi quanto il mondo, usato per catturare l’attenzione della gente. Va segnalato, però, che Scobie ha garantito di non aver adottato alcun escamotage di questo tipo. La seconda possibilità potrebbe essere davvero un errore di traduzione. Per la verità non pare un’ipotesi molto credibile, anzi, sarebbe piuttosto improbabile, ma non impossibile. Ci sarebbe una terza via, ma non farebbe onore a Scobie. Per completezza e onestà intellettuale deve essere menzionata, con la consapevolezza, però, che non c’è alcuna prova sostegno e forse non ci sarà mai: l’autore avrebbe voluto far conoscere le identità dei presunti royal razzisti (forse per sua volontà, o magari spinto dai Sussex, anche qui siamo nel campo delle supposizioni) ma, come ha specificato lui stesso, le leggi glielo vietano. Se, però, “per errore” una prima bozza con le identità venisse data a una casa editrice di un qualunque Paese e poi bloccata in fase di pubblicazione, questi nomi verrebbero fuori lo stesso tramite i giornali, ma le prove sarebbero già finite al macero.

A quel punto si potrebbe imputare l’intero equivoco a un errore di traduzione.

Commenti