Uno dopo l'altro, anche a sinistra, stanno ammettendo che nel 2011 è stato compiuto un vero e proprio colpo di Stato. Lo stesso Romano Prodi ha riconosciuto che Silvio Berlusconi ha pagato per la sua amicizia con il rais Muhammar Gheddafi. A ricostruire quelle trame che hanno portato lo spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi a livelli record e le cancellerie europee, in combutta con l'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a premere per le dimissioni del Cavaliere, stanno provando a far luce anche i pm. Deutsche Bank e alcuni suoi manager sono indagati dalla procura di Milano per quella speculazione in titoli di Stato italiani che nel 2011 portò, appunto, alla caduta del governo.
Ormai la verità sta venendo a galla. Ma c'è ancora chi è capace di gettare benzina su una delle pagine più buie della nostra democrazia. In una intervista a Repubblica Matteo Renzi, in forte difficoltà per le divisioni interne alla sinistra e per i sondaggi in caduta libera, attacca il Cavaliere a testa bassa. "Berlusconi è bravissimo a camuffarsi - ha dichiarato - un questa campagna elettorale sembra un passante. Ma - ha continuato - ce lo ricordiamo vero che lui è il principale responsabile di questi lustri? Che lui è Mister Spread? Che sta ripromettendo le stesse cose del 1994 perché non le ha mai fatte?". Un colpo basso che non tiene conto sulla verità che è venuta a galla negli ultimi mesi. "Centinaia di migliaia di italiani sono finiti in miseria per quella maledetta estate del 2011 - ha commentato nei giorni scorsi il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta - abbiamo perso la nostra sovranità, ci è stata sottratta dai poteri finanziari che hanno speculato sul nostro debito sovrano. Se in gioco c'è la sovranità di un Paese come possiamo chiamarlo, se non colpo di Stato?".
Intervistato da Repubblica Renzi chiude definitivamente all'ipotesi di un accordo di governo con Forza Italia. Quindi, attacca i presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, che accomuna all'ex numero uno di An, Gianfranco Fini. Infine, fa sapere ai suoi che la "fase zen è finita". "Si deve lottare casa per casa - dice - ai dirigenti del Pd dico che non tollererò chi si rassegna al primo sondaggio negativo. Si può vincere". I sondaggi dicono il contrario.
E anche gli attacchi sferrati a destra e a manca nell'intervista fanno toccare con mano la paura di Renzi di far flop alle prossime elezioni. Dopo le fake news sulla manina russa dietro la propaganda per il "No" al referendum costituzionale, va a "speculare" sulla tempesta che portò al colpo di Stato del 2011.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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