Di Battista: "Volevo dire che hanno le natiche al posto delle gote, invece bisogna dire le cose come stanno: hanno la faccia come il culo"

Di Battista: "Volevo dire che hanno le natiche al posto delle gote, invece bisogna dire le cose come stanno: hanno la faccia come il culo"
Di padre in padre. Vittorio Di Battista, padre dell'ex deputato M5S Alessandro, interviene sul caso, sollevato da Le Iene, dell'operaio che ha lavorato in nero per la ditta di Antonio Di Maio, papà del vicepremier grillino Luigi
Lucia Annunziata contro Di Battista: "In questa situazione essere accusate da un uomo di essere una puttana non è male"
Salvini contro Dibba: "Sto seguendo l'impegno che ho preso con gli italiani, e invidio profondamente Di Battista che mi redarguisce dalle spiagge"
Di Battista: "Io torno a Natale perché mi manca la parmigiana di mamma". E poi: "Non mi candiderò alle Europee"
L'ex deputato grillino si faceva chiamare "Cuore di panna". In villaggio con lui altri esponenti del Movimento 5 Stelle
Mentre il grillino Alessandro Di Battista ieri (dopo le polemiche dei giorni scorsi sui giornalisti “sciacalli” e “puttane”) ha stilato la sua personale lista dei giornalisti “buoni” (Travaglio, Massimo Fini, Luisella Costamagna…) noi tentiamo una altrettanto personalissima lista dei giornalisti “bravi”. Pubblichiamo qui l’intervento dal titolo “C’era una volta la grande firma” di Luigi Mascheroni sul “gusto” (ormai perduto) della bella scrittura giornalistica che appare sul nuovo numero della rivista letteraria illustrata “Maradagàl” diretta da Sara Calderoni e dedicata al tema del “gusto”, in tutte le sue declinazioni.
Alessandro Di Battista all'attacco degli editori ma salva i 'giornalisti liberi' come Travaglio, Bechis, Buttafuoco, Massimo Fini, Alberto Negri e Milena Gabanelli
La giornalista del Tg1, Tiziana Ferrario, attacca su Facebook sia Alessandro Di Battista sia Luigi Di Maio e arriva addirittura a chiedere l'espulsione dall'albo dei giornalisti per il vicepremier
L'euforia grillina per l'assoluzione della Raggi si è trasformata in una violenza senza senso contro la stampa nemica. Che Di Maio vorrebbe sostituire con giornalisti amici