La provincia canadese utilizza Ronald Reagan contro le politiche commerciali del Tycoon
La provincia canadese utilizza Ronald Reagan contro le politiche commerciali del Tycoon
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è stato accolto da un lungo applauso e una standing ovation da parte dei membri del Parlamento israeliano al suo ingresso alla seduta plenaria della Knesset dove terrà un discorso sul suo piano di pace per Gaza. Applausi scroscianti sono stati riservati anche ai membri del gabinetto di Trump presenti nella tribuna pubblica: il Segretario di Stato Marco Rubio e il Segretario alla Difesa Pete Hegseth. Anche Ivanka Trump ha preso posto nell'aula del Parlamento.
Melania Trump ha annunciato che otto bambini ucraini, precedentemente deportati in Russia, sono stati riuniti alle loro famiglie nelle ultime 24 ore. La First Lady ha parlato dalla Casa Bianca, rivelando che il suo team ha avviato un canale diretto con quello del presidente russo Vladimir Putin. "Il mio rappresentante ha collaborato con il team del presidente Putin per garantire il ricongiungimento sicuro dei bambini con le loro famiglie", ha dichiarato ai giornalisti. La notizia sorprende per il ruolo attivo della First Lady in una questione delicata come la restituzione dei minori, al centro delle tensioni internazionali tra Mosca e Kiev. I dettagli dell'accordo non sono stati resi noti, ma Melania ha assicurato che l'impegno continuerà "finché ogni bambino non sarà tornato a casa"
C'erano tante aspettative sull'assegnazione del premio Nobel per la Pace a Donald Trump, ma la verità è che anche per l'accademia svedese premiare un bianco, conservatore e pure miliardario era troppo
"Non ci sono più le condizioni per governare". Così il primo ministro francese, Sebastien Lecornu, ha spiegato il motivo delle sue dimissioni. "Gli interessi di parte" hanno condannato in anticipo il governo, ha detto Lecornu. "I partiti politici continuano ad assumere una posizione come se avessero tutti la maggioranza assoluta nell'Assemblea Nazionale", ha aggiunto il primo ministro dimissionario
All'Onu, tempio dei diritti, lo Stato ebraico ha subito un processo politico ad opera di Paesi autoritari come Iran e Corea. Nelle piazze italiane i pro Pal si sono scatenati in cortei violenti, ma sono stati giudicati con indulgenza. Il commento di Giovanni Toti
Diciamoci una verità scomoda, "Bella ciao" non è più una canzone di libertà. Non solo è diventata un ballo da villaggio turistico o la colonna sonora di una serie tv, ma ha attraversato l'oceano per finire su una pallottola. Una situazione figlia di una cultura d'odio che vede l'avversario come un nemico da eliminare
Charlie Kirk aveva anche delle opinioni non condivisibili, ma è stato ucciso per le sue idee, e questo è inaccettabile. Così come è inaccettabile che da sinistra non arrivino parole di solidarietà ma anzi di giustificazione per l'odio.
In questa puntata di M.A.R.C. Francesco Maria Del Vigo ripercorre la vicenda di Kirk e spiega i motivi che stanno dietro alla sua uccisione
Dal campus universitario al dibattito pubblico italiano: la morte di Charlie Kirk è il sintomo estremo di un clima che da anni trasforma il confronto in odio e l’avversario in bersaglio. Un terreno avvelenato da parole che non restano parole, da simboli che diventano minacce, da un racconto culturale che legittima l’esclusione di chi non si allinea. In questa puntata di M.A.R.C. Francesco Maria Del Vigo ripercorre la vicenda di Kirk, analizza le reazioni arrivate anche in Italia e mostra come l’arroganza morale possa diventare complicità con la violenza. Non solo cronaca, ma la fotografia di un mondo che si illude di difendere la libertà mentre ne scava la fossa.