palestinesi

Anwar è una bimba palestinese di otto anni che vive a Hebron. Stava giocando insieme ai fratelli in strada, quando un militare israeliano l'ha bloccata e le ha sequestrato la bici. La sua colpa è stata quella di stare su un percorso riservato agli israeliani, la al-Ibrahimi Sreet: una via principale della città che passa vicino alla Tomba dei Patriarchi e che dal 2012 le forze di sicurezza israeliane hanno chiuso ai palestinesi. La scena è stata ripresa dagli attivisti di B'Tselem, un'associazione che si occupa di promuovere e difendere i diritti umani nei territori occupati, che l'ha pubblicato sul canale YouTube.

Anna Rossi
Soldato israeliano sequestra e butta la bici di una bimba palestinese

Il campo profughi palestinese di Jal al Bahr si affaccia direttamente sul mare. Una lunga trafila di baracche semi distrutte con i tetti bucati o direttamente scoperchiati si allunga sul lungomare sabbioso. Dalle case escono dei bambini e corrono verso l’acqua. Per farlo, però, devono scavalcare interminabili cumuli di detriti che occupano tutta la spiaggia. Arrivati a riva mettono i piedi nell’acqua, ma non si tuffano. “Il mare porta malattie” mi dice uno di loro. A fianco delle baracche, su entrambi i lati, scorrono due rigagnoli che sfociano in mare. Sono gli scoli delle fognature di tutta la città

Luca Steinmann
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“Lei ha timbri israeliani sul passaporto?”. “È mai stato in Israele?” Alla mia risposta negativa la funzionaria mi guarda, mi riconsegna il documento e dice: “Sa, da Beirut ci chiedono di segnalare loro eventuali arrivi di persone che siano mai state in Israele, anche se con passaporti diversi di quelli in uso”. Sono a Malpensa e sto per decollare, la direzione finale è il Libano. Dove le autorità controllano scrupolosamente se nel passato di chi arriva vi siano legami con il vicino Stato ebraico. In tal caso l’accesso verrà negato

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