dimissioni

Due mesi di governo Monti dimostrano tre cose: non è vero che i go­verni tecnici offrono garanzie etiche e di tra­sparenza superiori a quelli politici; non è vero che l’attacco speculativo all’Italia era colpa della debolezza del governo Berlu­sconi; è vero che i governi tecnici si pos­sono permettere di fare i forti coi deboli e i de­boli con i forti

Alessandro Sallusti
Fuori uno, ma non basta

Corsa al rialzo dello spread di nuovo senza freni. Il differenziale di rendimento tra il Btp e il bund tedesco vola a 515 punti base. Il tasso sul decennale sfonda la soglia critica del 7% balzando al 7,09%. Mesi fa, invece, Buttiglione assicurava: "Le dimissioni di Berlusconi valgono 300 punti di spread". Bersani, con lo spread oltre quota 400 punti, si allarmava: "Non c’è più tempo per crogiolarsi con le favole". E adesso? Nessuno si lamenta. A novembre Casini vaticinava: "Se nascesse un nuovo governo guidato da Monti vedremmo gli effetti subito". Oggi, invece, incolpa la Bce: "Bisogna capire l'entità dei suoi acquisti"

Andrea Indini
Lo spread fa ancora paura: è oltre i 510 punti
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