Da trecentotrentatrè giorni filati si celebrano ininterrottamente i funerali politici di Berlusconi. Ogni santo giorno c’è una dichiarazione di morte, un de profundis e un necrologio con annessa damnatio memoriae , c’è la cronaca delle esequie e il catalogo dei resti,c’è la contesa sull’eredità tra vedove allegre e orfani ingrati
Il teologo privilegia il pensiero rispetto alla religione e l’impegno rispetto al dogma. In pratica, un mini-scisma protestante...
Ai miei tempi il 4 ottobre era festa. Non facevi in tempo a tornare a scuola il 1˚ottobre che il terzo giorno San Francesco ti resuscitava dai banchi. La vera festa nazionale condivisa era quella. San Francesco è l’unico italiano che mette d’accordo tutti, credenti e laici
I firmatari della proposta di referendum si sono espressi contro la Casta e i costi della politica, ma l'unico effetto che otterranno sarà quello di impedire la formazione di maggioranze solide
A Natale, Umberto Bossi non festeggia la nascita di Gesù ma del Panetùn "perché è di Milano". A Belèn Rodriguez, Bossi preferisce Ilda Boccassini "perché è di Milano". Alle consultazioni da Napolitano, Bossi preferisce le consultazioni da Pisapia, "perché è di Milano"
Ecco gli intellettuali "maledetti" che precorsero i tempi. Le loro idee? Saccheggiate dalla sinistra
Dopo Berlusconi Prevedo Casini. Mi azzardo a fare una previsione, anzi una profezia. Nella sfera di vetro ho visto il faccino di Pierferdy. Dopo il diluvio verrà la pioggerellina. Quando si tira troppo la corda alla fine si spezza, non scappa il morto ma scappano spaventati i presenti
La dittatura delle intercettazioni ribalta la realtà: conta più il privato del pubblico. È ora di ripartire dal bene comune, altro che moralismi di Stato, servono riforme per cambiare il Paese
Condivido l'appello dei vescovi alla sobrietà e all'aria pulita. Aggiungo solo tre corollari omessi e una riflessione sul futuro. Uno, magari il degrado denunciato dai vescovi si potesse circoscrivere a una persona, fosse pure il premier, e a una fase, i nostri giorni
Cara Enrica, mi scrivi che non vuoi più vivere. Non hai trent’anni e sei delusa,ferita,avvilita. Dal lavoro che non trovi, dagli altri, dalla tua fragilità che non sopporta il peso del vivere. Si, non vale la pena vivere; però non so se valga la pena morire
