Massimo M. Veronese

Foto profilo di Massimo M. Veronese

Pioniere della radio privata in Italia ha lavorato per Gente, Retequattro e Raitre prima di essere assunto al Giornale da Indro Montanelli. Ha scritto libri per Mondadori, Feltrinelli e Mursia. Solo negli ultimi anni ha curato gli inserti sui 40 anni e sui 45 anni del Giornale, sul Muro di Berlino e sullo Sbarco sulla Luna, la collana Firme Fuori dal coro, da Gianni Brera a Jorge Luis Borges, e l’antologia «Te lo do io il ’68 ». Ha contribuito alla realizzazione del film «Indro, l’uomo che scriveva sull’acqua», il suo ultimo libro «Senti chi parla» (Anniversary book) è stato presentato al Festival del cinema di Venezia e all’IIC di Los Angeles. 
 

Nonostante l’avvento di effetti tecnologici sempre più sofisticati sono ancora i cascatori a rischiare la vita al posto dei divi nelle scene più pericolose. Hollywood non ha mai voluto riconoscere anche a loro una statuetta. Ma loro si sono presi la rivincita

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Giuliano Gemma: oltre che attore è stato anche stuntman

Stretto nella morsa di Messi e Suarez l’attaccante di Policoro si batte per conquistare il titolo di capocannoniere, cosa che da vent’anni non premia un italiano. Ma «Pichichi» è anche il nome di una leggenda di Spagna, a cui il destino ha regalato un finale tragico

Massimo M. Veronese
Simone Zaza con Daniele De Rossi in Nazionale

Non è la prima volta che ragazzini e carneadi decidono Milan-Inter. E la fortuna non sempre li ha aiutati: Minaudo esaltò l’Inter poi non si ripetè più, Comandini trascinò il Milan poi si ritirò, Schelotto fece un gol solo poi scomparve nel nulla. Ma esistono le eccezioni...

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L’esultanza di Cutrone alla fine del derby

In Russia la Gioventù rossa si oppone al monumento che ricorda il premio Nobel Aleksandr Solženicyn che rivelò gli orrori dei campi di concentramento sovietici. Dove i prigionieri diventavano cannibali e si veniva condannati a morte innocenti anche solo da un equivoco

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Il Premio Nobel Aleksandr Solzhenitsyn

Anche a Natale i jihadisti hanno colpito innocenti. Ma chiamarli come i soldati giapponesi che si votavano alla morte e attaccavano solo obiettivi militari è sbagliato. Perchè rituali, doveri e convinzioni si ispiravano a un codice d’onore non alla codardia

Massimo M. Veronese
Kamikaze giapponesi nella seconda guerra mondiale

Un nuovo documento rivela: furono 10mila, dieci volte più di quello che si pensava, le vittime della repressione comunista. Schiacciati e poi inceneriti o gettati nelle fogne. Ma l’eroismo di quella rivolta studentesca nata e morta nella primavera del 1989, non morirà mai

Massimo M. Veronese
Promemoria per i nostalgici del ’68: la Meglio gioventù era a Tienanmen
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