Per gli inquirenti, la sortita dei clan camorristici napoletani nasconde una strategia ben precisa: evitare l’ergastolo, ridurre i danni giudiziari e ottenere un fine pena. Indagano i giudici della Dda di Napoli
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La polizia ha fermato un guineano che lanciava pietre contro le auto sulla tangenziale. Un uomo è rimasto ferito e diverse vetture sono state danneggiate
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Controlli insufficienti, sei anni di attesa per avere sistemi di videosorveglianza, big bag utilizzati per le bonifiche diventati a loro volta rifiuti e scaricati illegalmente sul territorio. Così nella Terra dei Fuochi si continua ad inquinare con abbandono di rifiuti speciali e pericolosi e con i roghi tossici
Controlli insufficienti, sei anni di attesa per avere sistemi di videosorveglianza, big bag utilizzati per le bonifiche diventati a loro volta rifiuti e scaricati illegalmente sul territorio. Così nella Terra dei Fuochi si continua ad inquinare con abbandono di rifiuti speciali e pericolosi e con i roghi tossici
Più militari sul territorio, telecamere di videosorveglianza, così nel 2013 con il decreto sulla Terra dei fuochi si prometteva di combattere i fenomeni dello sversamento abusivo dei rifiuti e dei roghi tossici. Ma, nei comuni tra Napoli e Caserta vessati dagli ecocriminali, le discariche a cielo aperto non sono mai sparite. E si trovano sempre negli stessi punti. Sorgono principalmente a ridosso di campi coltivati, nelle aree periferiche, e da esse trae origine la maggior parte degli incendi tossici. I controlli sul territorio sono insufficienti o inadeguati: i militari probabilmente non bastano e si contano fino a sei anni di attesa per avere le prime telecamere di videosorveglianza dove non ci sono mai state. Delle operazioni di bonifica effettuate sul territorio negli ultimi anni sono rimasti i big bag in cui sono stati raccolta i rifiuti recuperati, diventati a loro volta rifiuti: rimasti accatastati lungo le strade, ricoperti da altra monnezza o incendiati, oppure scaricati abusivamente altrove.
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