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"Vorrei che oggi pregassimo per le donne che sono in attesa, le donne incinte che diventeranno mamme e sono inquiete, si preoccupano". Così Papa Francesco durante la messa a Santa Marta. "Una domanda: 'In quale mondo vivrà mio figlio?'. Preghiamo per loro, perché il Signore dia coraggio di portare avanti questi figli, con la fiducia che sarà certamente un mondo diverso, ma sempre sarà un mondo che il Signore amerà tanto", ha aggiunto il pontefice. (Lapresse)

Redazione
Coronavirus, il Papa prega per le mamme in attesa

Sebbene ad oggi sia impossibile prevedere con esattezza quando torneremo a viaggiare, per una ripresa degli spostamenti in aereo potrebbero essere necessari mesi: inoltre, nel paese di destinazione, potremmo dover rispettare il protocollo di quarantena. Più facile che a luglio si vada in spiaggia in Italia

Alessandro Ferro
Ecco quando si tornerà a viaggiare: le ipotesi degli esperti

La donna aveva appena raggiunto la struttura ospedaliera per iniziare il proprio turno quando è stata aggredita dal malvivente, che oltre a rubarle i soldi ed a cercare di impossessarsi della sua auto l'ha anche molestata. La professionista si è salvata grazie all'intervento di una collega

Federico Garau
Parma, nigeriano aggredisce infermiera nel parcheggio dell'ospedale

La donna aveva appena raggiunto la struttura ospedaliera per iniziare il proprio turno quando è stata aggredita dal malvivente, che oltre a rubarle i soldi ed a cercare di impossessarsi della sua auto l'ha anche molestata. La professionista si è salvata grazie all'intervento di una collega

Federico Garau
Infermiera aggredita nei parcheggi del Maggiore di Parma: arrestato nigeriano

L'infettivologo ha spiegato come in Italia non si sia raggiunto “un vero e proprio picco”. E ha aggiunto che quanto accaduto due mesi fa potrebbe succedere nuovamente se non vengono prese le dovute misure di cautela

Andrea Pegoraro
La data dei contagi a zero? "Ecco perché non a maggio"

Il distanziamento sociale, la pulizia degli ambienti e l’igiene personale, soprattutto il lavarsi le mani, sono alcune delle regole principali da seguire per prevenire il contagio da Covid-19. Ma in luoghi dove le condizioni igienico-sanitarie sono precarie, dove mancano i servizi minimi essenziali e le abitazioni sono baracche, spesso sovraffollate, queste raccomandazioni diventano difficili da seguire. Siamo stati in un campo rom abusivo, a Giugliano, in provincia di Napoli, un insediamento ai margini della città dove vivono circa 80 famiglie: quasi 500 persone, di cui più della metà sono minori. Loro, hanno saputo dell’emergenza coronavirus dalla televisione, quella che riescono a vedere perché si sono allacciati illegalmente alla rete elettrica. Fino a qualche mese fa nel campo non avevano nemmeno l’acqua corrente. Si contano sulle dita di una mano gli abitanti della baraccopoli che indossano una mascherina. Qualcuno le ha realizzate a mano per i familiari. La paura per il virus c’è ma non ha cambiato i rapporti sociali nell’insediamento. L’unico distanziamento che mettono in pratica nel campo è da quel mondo esterno da cui già erano emarginati

Agata Marianna Giannino
La vita in un campo rom ai tempi del coronavirus
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