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(LaPresse) “Io non appartengo a Hamas, questo lo dico ufficialmente, non faccio parte di Hamas però faccio parte del popolo palestinese, rispetto ogni fazione palestinese che rispetta i diritti del popolo palestinese, che lotta per strappare questi diritti per l’autodeterminazione". Diceva così nell'agosto scorso Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi d’Italia, tra i nove arrestati oggi con l'accusa di aver finanziato il movimento estremista responsabile dell'attacco del 7 ottobre. "Hamas fa parte del popolo palestinese, Hamas come movimento ha avuto più del 70% dei voti del popolo palestinese in Cisgiordania e nella striscia di Gaza, per cui Hamas è il legittimo rappresentante del popolo palestinese”, diceva ancora Hannoun, parlando a LaPresse a margine della carovana per la Palestina organizzata a Milano, dopo essere stato inserito nella blacklist del Dipartimento del Tesoro statunitense con l’accusa di essere un finanziatore del terrorismo e di promuovere manifestazioni contro Israele. “Io sono simpatizzante di Hamas come sono simpatizzante di ogni fazione che lotta per i miei diritti”, ha proseguito. "Per cui questa frottola, questa accusa di far parte di Hamas, di essere un leader di Hamas è una bugia, una bufala. Io non faccio parte di Hamas, io non sono leader di Hamas, io sono un palestinese, io mi impegno, mi sono impegnato da decenni nella lotta per i diritti del popolo palestinese”, ha concluso.

Redazione web
Quando Hannoun diceva: "Non faccio parte di Hamas, ma simpatizzo per loro"

I due ebbero modo di conoscersi la scorsa estate in provincia di Como, poi l'imbarazzo della relatrice Onu che replicò alle polemiche: "Non chiedo mai il pedigree o la fedina penale per poter fare una foto"

Lorenzo Grossi
Quando Francesca Albanese era sullo stesso palco di Hannoun (ma diceva di non conoscerlo)

"La speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle"

Ferdinando Adornato
Coltivare speranza per vincere la paura

Un caso fresco è quello di Steven Greer, un docente di Bristol accusato appunto di islamofobia per aver trattato l'attacco a Charlie Hebdo in una lezione sul terrorismo: l'indagine lo assolse pienamente, ma l'università eliminò comunque il suo corso

Filippo Facci
Se parlare di islam è un tabù
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