Le Marche alle urne: sfida all'ultimo voto tra Acquaroli e Ricci. Cosa sapere sulle elezioni

Il centrodestra è ottimista, mentre il campo largo spera nella scalata dopo litigi e spaccature. I candidati, le liste, le proposte e la "variabile Calenda": i dettagli della sfida

Le Marche alle urne: sfida all'ultimo voto tra Acquaroli e Ricci. Cosa sapere sulle elezioni
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Urne aperte nelle Marche, chiamate al voto per eleggere il nuovo presidente di Regione. Gli elettori potranno recarsi al seggio domenica 28 settembre dalle 7 alle 23 o lunedì 29 dalle 7 alle 15. Si prospetta un testa a testa tra Francesco Acquaroli (governatore uscente del centrodestra) e Matteo Ricci (profilo su cui ha scommesso il centrosinistra): i due sono i candidati principali delle elezioni regionali che inaugurano una tornata di fine anno che vedrà coinvolte anche Calabria, Campania, Puglia e Toscana. E quella delle Marche è senza dubbio la sfida più aperta: la partita si deciderà all'ultima preferenza.

Acquaroli cerca il bis: centrodestra ottimista

Le Marche hanno una valenza nazionale. Giorgia Meloni tiene particolarmente a queste elezioni perché, dopo il trionfo di Marco Marsilio in Abruzzo, punta a strappare il bis di un secondo presidente in quota Fratelli d'Italia. Il centrodestra è ottimista e si è schierato in maniera compatta attorno ad Acquaroli: il governatore può contare sul sostegno di FdI, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc, Civici Marche e Marchigiani con Acquaroli.

Nonostante la giovane età, Acquaroli può vantare una grande esperienza in politica: è stato consigliere comunale e sindaco di Potenza Picena, consigliere regionale delle Marche dal 2010 al 2014 e deputato dal 2018 al 2020 per Fratelli d'Italia. Il governatore spera che i cinque anni di riforme e investimenti saranno premiati dagli elettori: in particolare rivendica i Livelli essenziali di assistenza, i conti pubblici in ordine e la sanità capillare vicina ai cittadini grazie a presidi diffusi.

Ricci tenta la scalata dopo la tempesta nel centrosinistra

Il principale sfidante di Acquaroli è Ricci. Il candidato del centrosinistra ha il supporto di Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra italiana, Progetto Marche, Avanti con Ricci, Pace Salute Lavoro, Matteo Ricci presidente. E ha ricevuto la "benedizione" da Matteo Renzi. Ma, a differenza del centrodestra, il campo largo non può vantare una solida unità. L'inchiesta piombata su Ricci, indagato per concorso in corruzione, aveva creato forti malumori nel M5S. Solamente dopo l'interrogatorio del dem e un teso confronto con la base, Giuseppe Conte ha confermato il sostegno alla sua candidatura.

Anche Ricci, come Acquaroli, ha un curriculum folto: da luglio 2024 è europarlamentare per il Pd; in passato è stato presidente della Provincia di Pesaro e Urbino dal 2009 al 2014, vicepresidente del Partito democratico dal 2013 al 2017 e sindaco di Pesaro dal 2014 al 2024, ricoprendo pure il ruolo di presidente di ALI-Autonomie Locali Italiane dal 2018 al 2024. La campagna elettorale dell'esponente dem non concede sconti all'avversario, dall'economia alla sanità: Ricci accusa Acquaroli di aver soffocato la crescita e soprattutto di non aver lavorato per ridurre le liste d'attesa che mettono sotto stress i pronto soccorso.

La "variabile Calenda"

I più attenti avranno notato l'assenza di un partito nazionale nei due schieramenti. Azione non appoggerà nessuno: non sentendosi rappresentata da alcun candidato, ha preferito tirarsi fuori dalle elezioni. Libera scelta alla base, dunque: alcuni voteranno per la lista civica Marchigiani per Acquaroli, mentre altri sposeranno il progetto civico Avanti per Ricci. Ma la presa di posizione di Carlo Calenda è stata durissima specialmente nei confronti del centrosinistra: "Personalmente io non voterei persone che dicono no ai termovalorizzatori, no ai rigassificatori, no alle infrastrutture, sì ai redditi di cittadinanza, perché questo Paese rischia di morire per assistenzialismo mentre non ha più la sanità".

Gli altri candidati

Sono 4 gli altri candidati che proveranno a mettere il bastone tra le ruote ad Acquaroli e Ricci, nella speranza di rosicchiare quanti più voti possibile. Claudio Bolletta è la figura scelta da Democrazia sovrana e popolare di Marco Rizzo: con un passato da imprenditore nel settore della sicurezza, chiede di nazionalizzare la sanità, di puntare sul settore primario e di potenziare le microimprese. Beatrice Marinelli viene dal mondo civico e corre per Evoluzione della Rivoluzione: una delle sue priorità è la nascita di distretti per l'artigianato, per rilanciare la piccola e media impresa.

Poi figura Lidia Mangani, insegnante e dirigente scolastica in pensione: alla guida del Partito comunista italiano, propone di bloccare la privatizzazione della sanità e sottolinea l'importanza di mettere nero su bianco un

salario minimo di 10 euro. Infine c'è Francesco Gerardi: è al timone di Forza del Popolo, una lista anti-sistema (nata dopo la pandemia da Coronavirus) sovranista, no-vax, no-euro e contraria alla guerra.

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