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Le bombe sotto casa del giornalista di Report hanno spinto i soliti noti a puntare il dito contro l'esecutivo. E l'Usigrai attacca Ignazio La Russa

Massimo Balsamo
"Ranucci bersaglio pubblico, classi dirigenti eversive". Lerner e Saviano contro il governo

Milano, 6 maggio 2009. Pasqualina Labarbuta si ferma su una panchina per la pausa pranzo. Pochi minuti dopo, una coltellata al cuore la uccide. Nessuna rapina, nessun movente, solo un uomo con un giubbotto bianco che fugge.Sedici anni dopo, il mistero resta: un solo fendente perfetto, un coltello sardo abbandonato nell’erba, una traccia di DNA che non porta a nessuno.Chi ha colpito Pasqualina? E perché proprio lei, quel giorno?L’analisi completa del giornalista investigativo Alessandro Politi è online sui social e i canali de IlGiornale.

Alessandro Politi
La pausa pranzo che Milano non ha mai dimenticato

"Attentato a Ranucci sconvolge tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e il giornalismo d'inchiesta. Ci ricorda i momenti più brutti della nostra storia. Non conosciamo la matrice, ma stiamo parlando di un attentato che riguarda uno dei giornalisti più esposti. Scomodo per il potere, tanto che ne è stato più volte delegittimato. Deve combattere centimetro per centimetro per rivendicare la sua libertà e per resistere alle querele. Siamo con lui" così il leader del Movimento 5 Stelle davanti all'abitazione di Sigfrido Ranucci, sotto alla cui auto è stata fatta scoppiare una bomba con un chilo di esplosivo. (Alexander Jakhnagiev)

Agenzia Vista
Conte davanti a casa di Ranucci: Attentato sconvolgente, ricorda momenti più brutti nostra storia

Un boato assordante e gli abitanti di Campo Ascolano, Torvajanica, si riversano in strada. Una bomba piazzata sotto l’auto del giornalista di Report Sigfrido Ranucci esplode poco prima della mezzanotte davanti l’abitazione del reporter. Distrutte due auto, quella di Ranucci e della figlia, danneggiata un’abitazione confinante, detriti sparsi nel raggio di cento metri. Ranucci, da tempo sotto scorta, è stato interrogato per tutta la mattina dai carabinieri di Pomezia, coordinati dal pm Carlo Villani e dall’aggiunta Ilaria Calò del pool antimafia. Rilievi per chiarire la dinamica dell’attentato, la matrice e l’origine dell’ordigno rudimentale piazzato tra i vasi e fatto esplodere sul posto. Accertata, infatti, l’assenza di un timer o di un radicomando a distanza.

Stefano Vladovich
"L'ordigno piazzato tra i vasi". Le immagini choc delle auto distrutte di Ranucci
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