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"E oggi tra gli storici vi è concordia nell’assegnare il titolo di resistente a tutti coloro che, con le armi o senza, mettendo in gioco la propria vita, si oppongono a una invasione straniera, frutto dell’arbitrio e contraria al diritto, oltre che al senso stesso della dignità. Furono resistenti i combattenti delle montagne, le tante staffette partigiane, i militari che, perdendo la vita o subendo la deportazione, rifiutarono di servire sotto la cupa bandiera di Salò. Furono resistenti, a pieno titolo, le persone che nascosero in casa gli ebrei, o i militari alleati, o ricercati politici, coloro che sostenevano la rete logistica della Resistenza. Furono resistenti gli operai che entrarono in sciopero al Nord, gli autori di volantini e giornali clandestini, gli intellettuali che non si piegarono, i parroci che rimasero vicini al loro gregge ferito. Le vittime innocenti delle tante stragi che, in quella terribile stagione, insanguinarono il nostro Paese" così il Presidente della Repubblica Mattarella nel corso del suo discorso per il 25 aprile ad Acerra. / Quirinale (Alexander Jakhnagiev)

Agenzia Vista
Mattarella: "Resistenza è chi si oppone a invasione straniera contraria al diritto"

"Il regime fascista, implose dall'interno e crollò su se stesso, corroso dalla sua stessa vanagloria. Non fu la morte della Patria. Ma, al contrario, la riscoperta del suo senso autentico. Quella di una comunità di destino, di donne e di uomini, che condividono il comune senso di pietà, i valori di libertà, giustizia e democrazia, che si proteggono a vicenda, che lavorano per la pace, il benessere e la solidarietà". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, celebrando ad Acerra il 77/mo anniversario della Liberazione. Quirinale (Alexander Jakhnagiev)

Agenzia Vista
25 Aprile, Mattarella: "Con l'8 settembre riscoprimmo il senso di Patria"

"Oggi, in questa imprevedibile e drammatica stagione che stiamo attraversando in Europa, il valore della Resistenza all’aggressione, all’odio, alle stragi, alla barbarie contro i civili supera i suoi stessi limiti temporali e geografici.Nelle prime ore del mattino dello scorso 24 febbraio siamo stati tutti raggiunti dalla notizia che le Forze armate della Federazione Russa avevano invaso l’Ucraina, entrando nel suo territorio da molti punti diversi, in direzione di Kiev, di Karkiv, di Donetsk, di Mariupol, di Odessa. Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione. A questi sentimenti si è subito affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe e dal rumore dei carri armati. E, pensando a loro, mi sono venute in mente – come alla senatrice Liliana Segre - le parole: “Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor”. Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di “Bella ciao”" così il Presidente della Repubblica Mattarella nel corso del suo discorso per il 25 aprile ad Acerra. / Quirinale (Alexander Jakhnagiev)

Agenzia Vista
Mattarella: "Quando ho saputo di invasione Ucraina ho pensato a Bella Ciao"

"Documenti e narrazioni orali presentano una realtà che contrasta nettamente con l'immagine attendista che taluno ha superficialmente ritenuto di attribuire al Mezzogiorno: gruppi di giovani combattenti, persone armate di ogni età, difendevano il territorio dalle distruzioni dei guastatori, gli uomini dalle razzie, le donne dalle violenze". Lo ha detto Sergio Mattarella celebrando il 25 aprile ad Acerra. Quirinale (Alexander Jakhnagiev)

Agenzia Vista
25 Aprile, Mattarella: "Superficiale dire che Sud fu attendista"

Carlo Calenda non ha sempre pensato le stesse cose sul presidente della Repubblica francese. Nel 2019, parlando in particolare delle politiche nazionaliste della Francia e della vicenda Fincantieri, non considerava Emmanuel Macron un leader "europeista" di riferimento. Oggi, per il leader di Azione, il presidente della Repubblica francese è diventato un modello politico da seguire anche per costruire il fronte comune "contro" i populisti

Francesco Boezi
Quando Calenda criticava Macron

Carlo Calenda non ha sempre pensato le stesse cose sul presidente della Repubblica francese. Nel 2019, parlando in particolare delle politiche nazionaliste della Francia e della vicenda Fincantieri, non considerava Emmanuel Macron un leader "europeista" di riferimento. Oggi, per il leader di Azione, il presidente della Repubblica francese è diventato un modello politico da seguire anche per costruire il fronte comune "contro" i populisti

Francesco Boezi
Quando Calenda diceva: "Macron non mi convince"
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