Lo scorso anno Carlo III dedicò il discorso di Natale ai concetti di aiuto, solidarietà, altruismo, sofferenza e speranza nel futuro. Parlò della sua malattia e di quella di Kate Middleton, del difficile percorso di cura. Non mancarono riferimenti alle guerre in corso nel mondo, in special modo a quelle in Ucraina e in Medio Oriente. Il messaggio natalizio di quest’anno, invece, è quasi del tutto incentrato sul significato della fede, del rispetto tra le religioni e sulla riflessione riguardante il tema del pellegrinaggio, del viaggio fisico e spirituale.
Dall’Abbazia di Westminster
Per il secondo anno consecutivo Re Carlo III ha pronunciato il suo messaggio natalizio fuori dalle mura del Palazzo. Lo scorso anno la scelta cadde, come ricorda la Bbc, sulla Fitzrovia Chapel, la cappella dell’ex Middlesex Hospital di Londra. Un chiaro riferimento alla malattia di Sua Maestà e della principessa Kate, oltre che il simbolo della speranza di guarigione. Per la registrazione del discorso natalizio di quest’anno, trasmesso come da tradizione alle 15 (ora di Londra) del 25 dicembre, il Re ha optato, invece, per un altro luogo emblematico, spiega People: la Lady Chapel dell’Abbazia di Westminster, a Londra.
La decisione di parlare alla nazione da questo luogo sacro ha diversi significati: la Lady Chapel, infatti, è l’ultima dimora di ben 15 Re e Regine d’Inghilterra, tra cui Elisabetta I, Maria I e Carlo II, spiega la Bbc. Inoltre è la prima volta che un sovrano britannico pronuncia un discorso da questa Cappella. In un certo senso Carlo III avrebbe voluto raccogliere l’eredità dei suoi predecessori, esprimere continuità, sottolineare l’appartenenza a una stirpe gloriosa di monarchi, dando una maggiore solennità al suo discorso. C’è di più: creando una linea ideale tra passato e presente il Re ci ha mostrato l’eterno ciclo della vita, cioè la nascita, l’esistenza e la morte. Eventi ineluttabili, ma anche termini legati al suo discorso di Natale attraverso il concetto di “pellegrinaggio”.
Carlo III e il senso del “pellegrinaggio”
Nel suo messaggio natalizio Carlo III si concentra sulla vera essenza del cammino che tutti noi affrontiamo nella nostra vita, un percorso che non è solo fisico, ma anche esistenziale, religioso e spirituale, perfino filosofico. “Il pellegrinaggio è una parola poco usata oggi”, ha detto Sua Maestà, citato dalla Cnn, dal Guardian e da 1News, “ma ha un significato particolare per il mondo moderno. Ha a che vedere con il fatto di mettersi in viaggio verso il futuro, ma anche tornare indietro per ricordare il passato e imparare dalle sue lezioni”.
Quando parliamo del passato da non dimenticare e da cui dobbiamo apprendere per costruire il nostro avvenire, non possiamo non pensare alla tragedia della guerra, una “lezione” che, ancora oggi, non tutti sembrano aver interiorizzato. A questo proposito Sua Maestà ha ricordato la fine della Seconda Guerra Mondiale, 80 anni fa, lodando “il coraggio e il sacrificio” di quanti la affrontarono e “il modo in cui le comunità si unirono”. Carlo ha aggiunto: “Questi sono i valori che hanno formato la nostra nazione e il Commonwealth. Quando sentiamo di divisioni sia in patria che all’estero, questi sono i valori che non dobbiamo mai perdere di vista”.
A proposito del concetto di “pellegrinaggio” il sovrano si è soffermato sul viaggio di Maria e Giuseppe verso Betlemme, una coppia “senza casa” e su quello dei saggi Re Magi. Questi ultimi hanno potuto “contare sulla compagnia e la gentilezza degli altri” e sono stati sostenuti da “una forza interiore” che li ha aiutati ad affrontare gli ostacoli e a trovare “il Salvatore del mondo”.
Il Re ha spiegato: “In tempi di incertezza questi stili di vita sono custoditi da tutte le grandi religioni e ci offrono profonde fonti di speranza, di resilienza di fronte alle avversità, di pace attraverso il perdono, semplicemente conoscendo il nostro prossimo e mostrando rispetto l’uno con l’altro, creando nuove amicizie. Con la grande diversità delle nostre comunità possiamo trovare la forza di assicurare che il bene trionfi sul male. Mi pare che abbiamo la necessità di custodire i valori di compassione e di riconciliazione”.
In Vaticano e il ricordo degli attentati a Manchester e in Australia
Quando il Re ha parlato delle “storie di trionfo e coraggio nelle avversità”, sullo schermo sono apparse le immagini del viaggio della principessa Anna in Ucraina, lo scorso settembre. Poi il sovrano ha fatto riferimento al “coraggio spontaneo” di quelle persone che si sono messe “in pericolo per difendere gli altri”, riferendosi agli attacchi nella sinagoga di Manchester, lo scorso 2 ottobre e a Bondi Beach, il 14 dicembre. Anche in questo caso sono state mostrate delle immagini relative ai drammatici eventi.
Carlo ha rammentato anche il viaggio in Vaticano, la preghiera storica con Papa Leone XIV e ha aggiunto: “Quando incontro persone di fedi diverse, trovo di grande incoraggiamento sentire quanto abbiamo in comune, un desiderio condiviso di pace e un profondo rispetto per la vita”. Poi un augurio: “Se troviamo il tempo, nel nostro viaggio attraverso la vita, di riflettere su questi valori, possiamo rendere il futuro più promettente”. Carlo ha sottolineato, attraverso questi passaggi, anche i viaggi della royal family al servizio della Corona britannica.
Infine, citato dall'Independent, il monarca ha messo in evidenza “il pellegrinaggio più importante di tutti è quello che celebriamo oggi, la storia di Colui che 'è sceso sulla Terra dal Cielo', 'il cui rifugio è stato una stalla' e che ha condiviso la sua vita con 'i poveri e gli umili'.
È stato un pellegrinaggio con un unico scopo annunciato dagli angeli, [ovvero] la pace sulla Terra, quella preghiera per la pace e la riconciliazione…riecheggia ancora da [Betlemme]…una preghiera per i nostri tempi e anche per le nostre comunità mentre compiamo il cammino della nostra vita…”.