Cucina

Sbarca in via Savona una storica insegna felsinea, che oltre ai classici della cucina emiliana (dai Tortellini in brodo di cappone alla Cotoletta alla petroniana), propone un’accurata selezione di crudi di pesce con materia prima di alta qualità. Ma il punto forte del locale è l’atmosfera vecchio stile che dà vita a un’esperienza senza tempo che rassicura e rende felici

Andrea Cuomo
Con Rodrigo Milano diventa bolognese

Il ristorante milanese di via Moscova aperto nel 2015 è stato di recente rinnovato: il décor ha ora un tocco piacevolmente vintage, mentre il menu spinge di più sull’incontro tra le culture gastronomiche peruviana e giapponese, con un tocco mediterraneo. Notevoli i ceviche ma vale la pena provare anche la carne valorizzata dalla nuova griglia. E che buoni i cocktail dal bancone bar

Andrea Cuomo
Pacifico, dieci anni di gusto nikkei

Il giovane ma già blasonato chef piemontese nel ristorante fine dining del resort L’Albereta, in Franciacorta, propone una cucina precisa, tecnica e piena di personalità che omaggia il grande maestro milanese che qui lavorò a lungo tra gli anni Novanta e Duemila. Tra i piatti migliori l’Ostrica rosa del delta del Po, lo Storione e la Pecora gigante bergamasca. E che brava la pastry chef Camilla Guarneri

Andrea Cuomo
Quadrio, sulle orme di Marchesi

Un piccolo ristorante milanese in zona Cinque Giornate rappresenta, per proposte gastronomiche, scelta dei vini e atmosfera calda, una delle possibili risposte alle difficoltà della scena gastronomica cittadina. Ingredienti di qualità, stagionalità, niente sprechi, accostamenti arditi, condivisione, uso delle mani e prezzi corretti ne fanno un posto da provare assolutamente

Andrea Cuomo
Mater Bistrot, interno

Un’analisi di NielsenIQ elaborata da WineNews ci dice che, su 2,2 miliardi di euro di vino venduti nella GDO solo 273,8 milioni arrivano dalle etichette a marchio dell’insegna di distribuzione, pari al 2,1 per cento. Eppure il fenomeno sembra destinato a crescere, soprattutto grazie al driver del prezzo. Certo, sarà difficile raggiungere il Regno Unito, dove il private label nel vino raggiunge il 50 per cento

Andrea Cuomo
Il vino private label cresce, ma l’Italia resta indietro
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica